Dal 17 luglio al 2 novembre, il borgo toscano di Cortona ospita la 15ª edizione di Cortona On The Move, festival internazionale dedicato alla fotografia contemporanea, diventato stabilmente uno degli appuntamenti fotografici più importanti dell'anno. Con il tema Come Together, l’edizione 2025 si propone come una riflessione articolata sulle tensioni del presente e sui processi di ricucitura che le immagini possono suggerire, stimolare o documentare. Un approccio curatoriale che guarda alla fotografia non come strumento illustrativo, ma come lente critica e costruttiva attraverso cui leggere le fratture, sociali e individuali, della contemporaneità.
Il programma si articola in 23 mostre firmate da 76 artisti provenienti da tutto il mondo, dal Medio Oriente all’America settentrionale, dalla Russia all’Italia, con produzioni inedite e progetti nati appositamente per il festival. Le esposizioni saranno distribuite in luoghi simbolici del territorio, tra cui Palazzo Baldelli, la Fortezza del Girifalco, il MAEC e il Lago di Montepulciano, in un percorso immersivo che coinvolge l’intera città.
La tensione tra ferita e riparazione
Come spiega il direttore artistico Paolo Woods, il tema Come Together non si traduce in una visione pacificata o armoniosa del presente. Al contrario, è proprio nei contrasti – tra rottura e riparazione, conflitto e unità – che il festival trova la propria ragion d’essere. Ne è esempio il progetto Inferno & Paradiso ideato da Alfredo Jaar con Photo Elysée di Losanna, che affida a venti fotoreporter il compito di selezionare due immagini dai loro archivi: una legata al dolore, l’altra alla gioia. Una scelta binaria che suggerisce quanto il linguaggio fotografico sia ancora, nonostante l’abbondanza visiva contemporanea, un veicolo capace di attraversare il trauma e dare forma alla speranza.
Anche la mostra di Christopher Anderson & Marion Durand dal titolo Family Trilogy è stata concepita appositamente per il festival e interpreta il tema Come Together da una prospettiva personale e autobiografica, in un tentativo di riconciliazione tra il punto di vista del fotografo e quello della sua famiglia.
Temi analoghi emergono in altri lavori esposti. La mostra Distance & Belonging del palestinese Taysir Batniji indaga le nozioni di esilio e identità, mentre in Ordinary Grief, l’irano-canadese Parisa Azadi racconta il proprio ritorno in Iran dopo 25 anni di lontananza, in un percorso di riconnessione personale e culturale. Con Blood Bonds, Jan Banning propone uno sguardo fotografico sulla riconciliazione post-genocidio in Ruanda, esplorando il fragile equilibrio tra memoria e oblio. E in Short-term, but Long-term, Federico Vespignani sovrappone immagini intime tratte da app di incontri a scenari bellici nella Striscia di Gaza, evidenziando il cortocircuito tra quotidianità e distruzione.
L’identità collettiva e il territorio come narrazione
Accanto ai progetti di respiro geopolitico, il festival ospita lavori che si concentrano sull’identità comunitaria e il rapporto con il territorio. Il progetto Cronache d’acqua, sviluppato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia, presenta le visioni di cinque fotografi impegnati a documentare il Sud Italia attraverso la lente del cambiamento climatico e delle sue conseguenze socio-ambientali. L’acqua, elemento unificante e divisivo, diventa metafora di una coesione da ricostruire.
In Atlas of the New World, Edoardo Delille e Giulia Piermartiri offrono invece una mappatura visiva dei paesaggi mutati dalla crisi climatica, mentre il lavoro di Lech Wilczek dedicato alla biologa Simona Kossak racconta un’utopia quotidiana di convivenza tra esseri umani e animali nella foresta di Białowieża. Più politico, ma altrettanto visivo, il progetto L’occhio coloniale restituisce un controarchivio della memoria italiana in Africa, invitando a riflettere sul ruolo della fotografia come strumento di dominio e costruzione simbolica, in collaborazione con Archivio Storico Luce, Archivio Memorie Coloniali-MOXA e la scrittrice etiope-americana Maaza Mengiste.
Prospettive future e spazi formativi
Nel celebrare il proprio quindicesimo anniversario, Cortona On The Move non si limita a guardare al passato. Con la mostra 15 anni insieme, il festival ripercorre la propria evoluzione come piattaforma di produzione e ricerca, ma continua a investire su nuove generazioni e linguaggi. La OTM Academy torna anche quest’anno con workshop, letture portfolio e progetti formativi dedicati a giovani fotografi, grazie alla collaborazione con scuole italiane di fotografia.
Due i premi attivi: il Cortona On The Move | BarTur Grant, rivolto alla fotografia documentaria con riconoscimenti fino a 30.000 dollari, e il Premio Vittoria Castagna, che mette in dialogo fotografia, comunicazione e impresa, assegnando 5.000 euro al miglior progetto realizzato da giovani professionisti nel campo del marketing culturale.
Il festival si inserisce anche nel palinsesto di VALDICHIANA2025, capitale toscana della cultura, con Valdichiana On The Move, progetto itinerante affidato alla fotografa britannica Laura Pannack, volto a raccontare dieci comuni attraversati dal Canale Maestro della Chiana. L’iniziativa inaugurerà il 28 giugno al Lago di Montepulciano, per poi approdare a Cortona durante l’Opening del festival, previsto dal 17 al 20 luglio.
Una piattaforma per il presente
Cortona On The Move 2025 si conferma così un osservatorio privilegiato sul linguaggio fotografico contemporaneo, ma anche un laboratorio di pensiero sulle forme possibili di convivenza, resistenza e trasformazione. Un appuntamento che non si limita a esporre immagini, ma le pone come agenti attivi nella comprensione del mondo. Non una celebrazione, ma una ricerca in corso.